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Quelli che il “Science Summer Camp Junior 2017”

  • Pubblichiamo con grande piacere questa lettera, ricevuta dai genitori di una "piccola ricercatrice per due settimane" del SSC Junior 2017 della Fondazione MCR.

“Papà, peccato che sia già venerdì... devo aspettare lunedì per tornare al Museo!” così Carlotta. Così il fine settimana scorso, aspettando il giorno dopo traboccante di entusiasmo e stanchezza. Ma procediamo con ordine. Innanzitutto, chiedo scusa se non ho avuto il coraggio, o l’ardire, di intervenire in sala, oggi. Penso che la timidezza montanara, unita all’emozione del momento, abbia bloccato qualsiasi mia possibilità di intervento. Lo faccio ora scrivendo. Mi riesce meglio. Decisamente. Avrei voluto farlo prima, in tempi non sospetti e senza alcuna sollecitazione esterna. Non ho avuto tempo. Lo faccio ora. Qualcuno doveva pur farlo. Ringrazio ora. Qualcuno doveva pur dirlo. Lo faccio sempre e cerco di insegnarlo pure ai miei bambini, a casa e a scuola. Dunque, grazie. Una parola quasi obsoleta e svuotata di senso in contesti sociali dove tutto sembra dovuto e preteso. Penso valga davvero la pena di incominciare ad usarla nuovamente riempiendola di riconoscenza e gratitudine. Genuina e sincera. Nel ringraziare, quando si fa, si corre il rischio di dimenticare sempre qualcuno. Ringrazio pertanto le istituzioni, Scuola e Museo e le persone che dentro e attraverso queste agenzie educative hanno operato in questi giorni con i nostri ragazzi. Oggi, ad un certo punto, la Dirigente Scolastica ci ha chiesto della nostra soddisfazione. Avrei voluto alzarmi e condividere soddisfazione ed orgoglio per quanto vissuto ed esperito in queste due settimane da Carlotta e da tutti gli studenti. Soddisfazione e malcelato orgoglio mescolato a quel senso di appartenenza cantato da Gaber per essere qui, iscritti in questo Istituto, frequentanti questo Science Campus, nel sentirsi parte di qualcosa e animati da una “forza che prepara al grande salto”. Scuola e Museo uniti da comuni intenti attraverso una virtuosa alleanza progettuale.
“Oggi abbiamo fatto paleoambiente, è difficile, sai. Adesso ti spiego...” così Carlotta. Così stasera, aspettando il giorno dopo traboccante di entusiasmo e stanchezza. Che fortuna! Il percorso scolastico, e di vita, è ricamato da accidenti e contingenze, prosegue tra frattali ed isomorfismi, e si dipinge d’occasioni che ci vengono regalate e da opportunità che si sono guadagnate. La nostra Carlotta c’era. Vi ringraziamo di averle dato quest’occasione, per aver messo dei buoni mattoni e contribuito alla costruzione dell’edificio della cittadinanza sovrana di milaniana memoria, paradigma ante litteram della “testa ben fatta” teorizzata da Edgar Morin. E di “teste ben fatte” ne abbiamo viste oggi. Quelle dei nostri ragazzi impegnati attraverso esperienze a rendere efficaci e spendibili processi di apprendimento pensati e sapientemente progettati. La strada, quella segnata dalla scienza, passa necessariamente attraverso un efficace ed effettivo protagonismo. Ed è quello che abbiamo visto ed ascoltato. E che bello vedere questi “nativi digitali” meravigliarsi di fronte ai loro stessi risultati e alla competenza acquisita per ricavarli. E che emozione sentirli dire più volte “assieme allora abbiamo scoperto che...”. Un “noi” abile, capace, competente, affiatato e sapientemente ed autorevolmente guidato dagli esperti del Museo. Scoprire, straordinaria azione, fantastico vocabolo in un mondo in cui tutto, con un click, sembra poter e dover disvelarsi. Senza com- prensione. E troppo spesso senza fatica.
“Mi è piaciuta l’idea di sostituire il sale negli alimenti. Che forte botanica, oggi!” così Carlotta. Così a cena, aspettando il giorno dopo traboccante di entusiasmo e stanchezza. Mi ritorna in mente la terzina dantesca e il rispetto di Dante al condannato Ulisse capace di mettersi “per l’alto mare aperto”, uomo dal multiforme ingegno capace di spingersi altrove ed oltre consapevole del “fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.
E si son spinti avanti anche i Nostri, in queste due settimana hanno lavorato per “divenir del mondo esperti”, procedendo prima per tentativi ed errori per affidarsi poi alla sicurezza del metodo sperimentale.
“Vado a dormire, sono stanca e devo esser pronta per domani” così Carlotta. Così ogni sera, aspettando il giorno dopo traboccante di entusiasmo e stanchezza. E noi grandi a guardarci negli occhi, fieri della nostra ragazza capace, perché sapientemente guidata, di addentrarsi sicura e senza tema nei boschi della scienza, calpestando sentieri aspri e già percorsi. Mai sola. E stupita dal disvelarsi del mondo sotto i suoi occhi e tra le sue mani.
“Papà, è finito tutto così presto. E lunedì che faccio?” così Carlotta questo pomeriggio salendo in macchina appoggiando il suo zainetto sul sedile e stringendo tra le mani il cartellino del museo. Percezione di aver partecipato ad una cosa grande che si trasforma in consapevolezza e si scioglie in indistinte emozioni.

Lettera di papà Gianni e mamma Eleonora (e la piccola Lucrezia) genitori di Carlotta, piccola ricercatrice per due settimane.

Fondazione MCR

Divulgazione scientifica, multimedialità e nuove tecnologie si intrecciano nelle attività quotidiane della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La ricerca e la formazione, attraverso i laboratori rivolti alle scuole, rappresentano da sempre la priorità di uno dei musei scientifici più antichi d'Italia.

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