
Colori che suonano, suoni che brillano: il mistero delle interferenze sensoriali
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Avete mai pensato che un suono possa “sembrare” chiaro o scuro, o che alcune parole suonino più rotonde di altre? Non è solo una fantasia: il nostro cervello tende spontaneamente a collegare sensazioni diverse tra loro, come suoni, forme e colori. Questo fenomeno si chiama interferenza crossmodale, ed è così radicato da manifestarsi anche in animali privi di linguaggio. Un recente studio che coinvolge la sezione Zoologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto ha dimostrato che perfino le testuggini riescono a “sentire” i colori. Una scoperta che apre nuove prospettive sulla percezione sensoriale e sulle sue origini evolutive.
Col termine interferenze crossmodali si fa riferimento ad un curioso fenomeno percettivo, ovvero il collegamento spontaneo, trans-culturale, tra diverse modalità sensoriali. Se ad esempio siete portati ad associare la parola “Bouba” a un oggetto di forma rotonda e la parola “Kiki” ad un oggetto spigoloso, non siete i soli: in tutti gli individui della nostra specie è presente questa irresistibile tendenza. L’effetto non è mediato dalla scrittura (come forse potremmo essere portati a ritenere) perché anche i pulcini di gallina, che certo non scrivono, sono sensibili alla stessa associazione suono-forma. Piuttosto, è il modo in cui scriviamo “Kiki” e “Bouba” ad essere stato influenzato da un’associazione spontanea preesistente nel nostro cervello.
Le interferenze crossmodali sono fenomeni misteriosi ancora poco investigati dalla scienza. Sappiamo ad esempio che esseri umani e scimpanzé sono sensibili anche all’associazione tra un certo suono e un certo colore, cioè collegano spontaneamente un suono acuto a un colore chiaro e un suono grave a un colore scuro. In passato, alcuni ricercatori hanno cercato di interpretare queste strane associazioni nell’ottica dell’evoluzione del linguaggio, in quanto quest’ultimo è presente sia nell’essere umano che nelle grandi scimmie (in queste ultime come abilità che può essere appresa).
La sezione Zoologia della Fondazione Museo Civico di Rovereto ha studiato questo curioso fenomeno percettivo sulle testuggini che sono custodite a Sperimentarea al Bosco della Città di Rovereto, nell’ambito di una collaborazione internazionale con la Queen Mary University of London e l’Università di Padova. L’idea era quella di “interrogare” una specie animale che certamente non dispone di facoltà linguistiche ma che neppure emette suoni, al fine di chiarire l’origine evolutiva di questo fenomeno. Gli studi, che non hanno causato alcun disturbo agli animali ma anzi l’occasionale vincita di “premi” nella forma di succulenti pezzetti di fragole, hanno dimostrato che le testuggini associano spontaneamente i suoni acuti con i colori chiari e i suoni gravi ai colori scuri. I motivi della trasversalità di questo fenomeno, che attraversa inalterato specie così diverse, non sono ancora chiari. Appare tuttavia avere radici evolutive molto profonde e probabilmente ancorate al vantaggio del fenomeno generale dell’integrazione sensoriale.
Lo studio è stato accettato proprio quest’anno per la pubblicazione su una prestigiosa rivista estera multidisciplinare: gli Annals of the New York Academy of Sciences. Fondata nel 1823 dall’Accademia delle scienze di New York, è una delle più antiche riviste scientifiche ancora “viventi”. È interessata alla pubblicazione di ricerche provenienti da tutti gli ambiti della scienza purché abbiano un impatto di vasta portata sulla comunità scientifica e la società in generale. Ogni numero raccoglie le migliori riflessioni di importanti autori nei vari ambiti di ricerca, facendo attenzione a cogliere i momenti storici nei quali gli sviluppi emergenti aprono nuove prospettive su quella tematica. I numeri degli Annals stimolano nuovi modi di pensare alla scienza.
In attesa dell'uscita dell'articolo, il link alla rivista: Annals of the New York Academy of Sciences
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a cura di Gionata Stancher, sezione Zoologia Fondazione Museo Civico di Rovereto