Fortunato Depero, Il gallo, 1935

Pinacoteca, sculture e grafica

La raccolta d'arte della città di Rovereto comprende oltre 3500 manufatti dal XVI al XX secolo, tra dipinti, sculture, stampe, disegni, ceramiche e altre collezioni, in gran parte inediti. Si è stratificata nel tempo accogliendo le opere provenienti dalle principali istituzioni culturali cittadine (Museo e Biblioteca civica, Accademia roveretana degli Agiati), confluite in parte nella Galleria roveretana d'arte, istituita nel 1940 dall'Amministrazione comunale e aperta al pubblico nel 1942. Dal 1981 è stata affidata al Museo Civico (ora Fondazione MCR) e attualmente è conservata nei depositi di Palazzo Parolari e nel caveau del MART. Questo patrimonio d'arte cittadino è stato incrementato grazie ad acquisti, ma soprattutto a donazioni e a lasciti alla città, da parte di artisti e di privati, anche in tempi recenti. Accoglie inoltre la raccolta dell'Accademia roveretana degli Agiati (regolate da una convenzione, 2013) e il deposito dell'Associazione Cngei di Rovereto.

Si tratta quindi di un patrimonio "per e della città", poco noto perché a lungo mai studiato e conservato nei depositi; un importante "giacimento culturale" che è stato valorizzato in modo sistematico a partire dal 1997 attraverso un ampio progetto comprendente una molteplicità di iniziative, dal restauro allo studio, dalla catalogazione alle pubblicazioni, dalle conferenze alle mostre temporanee.

Diversi artisti hanno contribuito a incrementare e a caratterizzare la raccolta: da Carlo Fait (Carlo Fait e la sua donazione al Museo Civico di Rovereto, in "Studi trentini di Scienze storiche", LXXVLXXVII, (1996-1998, ma 1999), sezione II, pp. 345-379) a Umberto Maganzini, donate dagli eredi; dai dipinti di Vittorio Casetti a quelli di Ernesto Giuliano Armani.
Particolarmente importanti sono stati i lasciti e le donazioni di privati, tra i quali si ricorda quello nel 1959 di Ida Giovannini che ha lasciato molte opere dal XVI al XX secolo, raccolte da suo fratello Giovanni, cartolibrario, appassionato cultore d'arte ed editore.
Di particolare rilievo è pure il lascito di Guido Cornelio Zecchini, ricco di testimonianze di artisti attivi tra '800 e '900 a Venezia.
L'arte tra le due guerre fino agli anni Settanta è documentata dalle opere raccolte da Elena Gaifas e dalla donazione dell'architetto Angiolo Mazzoni.

Della pregevole e storica collezione dell'Accademia roveretana degli Agiati, oltre ai ritratti dei suoi soci, è lo straordinario nucleo di disegni e acquerelli dei giovani allievi del professore Luigi Comel presso la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto (P. Pizzamano, Il fondo Comel dell'Accademia roveretana degli Agiati, in La Scuola Reale Elisabettina di Rovereto. Docenti e allievi nel contesto del primo Novecento, a cura di L. De Finis, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto - Associazione Rosmini di Trento, Trento 2008, pp. 111-135): rare testimonianze del precoce talento di Fortunato Depero, Tullio Garbari, Luciano Baldessari, Giorgio Wenter Marini, Carlo Cainelli, Giovanni Tiella e molti altri.
Sempre degli Agiati è la ricca raccolta di incisioni di Roberto Marcello Iras Baldessari, donata da Tullio Fait, munifico roveretano che lasciò pure al Museo Civico un fondo di incisioni dei maggiori artisti trentini.

Anche in tempi recenti artisti e cittadini hanno donato nuove e importanti opere: ulteriori tasselli di una storia civica e d'arte da raccontare. L'architetto Andrea Disertori, figlio del noto incisore Benvenuto, ha donato al Comune di Rovereto, cinquantadue dipinti di sua madre Regina, pittrice di ritratti, paesaggi e nature morte (Regina Disertori, a cura di P. Pizzamano, con una testimonianza di Milena Milani, Museo Civico di Rovereto, Rovereto 2008).

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