Inaugurata la mostra BALDESSARI FUTURISTA Dall'astrattismo al dinamismo

  •  06.04.2024 - 19:32 
  •  Arte, Mostre
  • 6 APRILE - 8 SETTEMBRE 2024 al Museo della Città di Rovereto

BALDESSARI FUTURISTA
Dall’astrattismo al dinamismo

6 APRILE - 8 SETTEMBRE 2024

Mostra temporanea
Museo della Città di Rovereto

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Il Museo della Città di Rovereto presenta la mostra “Baldessari futurista”, a cura di Maurizio Scudiero con una ricca selezione di opere, alcune delle quali inedite, che coprono un ampio spettro di sperimentazione di Roberto Marcello Baldessari, anche conosciuto come “Iras”, pseudonimo che riprende le ultime lettere del cognome lette a ritroso.

"Si può dire che Baldessari torna sul "luogo del delitto" - così il curatore Maurizio Scudiero - perché esattamente 60 anni fa, nel 1964, si tenne la prima mostra su Baldessari futurista presso la Pinacoteca Civica. Ed è proprio il Museo Civico, nella sede del Museo della Città a ospitare il suo ritorno, in un'esposizione amplissima, in sale suddivise per temi, dalla astrazione, al bar e cabaret, ai ritratti, alla macchina e la velocità, alla guerra, al paesaggio, alle avanguardie"

"Questa era una mostra cui il Museo Civico lavorava da molto tempo  - commenta il presidente Giovanni Laezza - non solo per valorizzare un artista importante per la città di Rovereto, ma anche la collezione civica, una collezione che appartiene alla Città di Rovereto e quindi, di fatto, a tutti i suoi cittadini, e che conserva circa 200 opere di Baldessari, tra dipinti, incisioni e disegni. Quale luogo migliore quindi, per una mostra come questa. Un risultato raggiunto anche grazie a molteplici collaborazioni e alleanze con enti e prestatori privati, prima fra tutte quella con il Mart"

Esposizione molto attesa, a ben 13 anni dall’ultima temporanea dedicata all’artista che risale al 2011, la mostra al Museo della Città è frutto di molte e preziose alleanze della Fondazione Museo Civico con diverse istituzioni, prima fra tutte con il Mart, nonché con collezionisti privati, e riporta il focus sull’arte, la cultura e le idee di uno dei movimenti più rivoluzionari del ventesimo secolo.

Artista dotato di una tecnica strepitosa, sia per i dipinti a olio, sia nei pastelli che nelle tecniche miste, ma anche solidissimo disegnatore, Baldessari sta avendo oggi la giusta collocazione tra i grandi del suo tempo.

Di estremo interesse la varietà dei media proposti nelle 70 opere esposte: 55 dipinti, oltre a tre pregevoli sculture, incisioni e pastelli.

Importante l’apporto della collezione civica d’arte, oggi gestita e conservata dalla Fondazione Museo Civico, che annovera nella raccolta circa 200 opere, una ventina di dipinti oltre a numerosissime incisioni e disegni del periodo figurativo di Baldessari.

Il periodo considerato nel percorso espositivo va dai primi saggi di astrazione nel 1915 ovvero gli anni dopo la formazione accademica dell’artista, passando per gli esordi del Futurismo, con un ritorno al figurativo post-accademico dal 1924, sino all’ultimo periodo futurista legato all’aeropittura dal 1934 al 1937.

La mostra, nell’idea del curatore Maurizio Scudiero, non è tipicamente ad andamento cronologico, ma segue una divisione tematica secondo i soggetti che l’artista nel corso della sua carriera ha interpretato di più, sia per vocazione, sia perché più funzionali al discorso del Futurismo.

La prima sala riguarda Astrazione e Futurismo. Baldessari nel periodo fiorentino, prima di definire il suo stile futurista guarda all’astrattismo. Mantiene contatti con Fortunato Depero, che a Roma faceva sperimentazioni astratte con Giacomo Balla. Invece che seguire Balla, Baldessari si ispira a Boccioni in questo periodo in cui cerca di trovare una cifra stilistica propria. In questa sala vi sono quadri prettamente boccioniani, ma anche alcune opere ispirate a Carrà, come “la Giostra” del 1914.

La seconda sala è divisa su due tematiche. La prima parte è dedicata al tema del teatro, del Bar e cabaret, delle osterie dove Baldessari trova l’idea della gente, del movimento, della vita, tra l’altro con diverse tecniche, tra le quali anche il collage, ripreso da Ardengo Soffici. Chiare in alcune opere in mostra le influenze anche di Pablo Picasso e di Edward Hopper.

La seconda metà della sala è dedicata a un tema trasversale del Futurismo, La macchina e la velocità. In particolare Baldessari predilige treni e tram, le rotaie, la simultaneità rappresentata nella scomposizione del movimento seguendo le linee forza boccioniane. Lo intriga l’idea della macchina che entra nel contesto urbano e che fa tremare i muri della città storica. Sono in mostra anche alcuni dipinti che riprendono macchine o motociclette, pure se meno comuni nella produzione di Baldessari, e alcune sculture sul tema, di rara bellezza.

La terza sala è dedicata ai Ritratti, con molte raffigurazioni di Dafne Gambetti, maestra elementare conosciuta a Lugo di Romagna, della quale si era invaghito e che ritrae in moltissimi momenti attraverso la defigurazione futurista e l’idea di Boccioni dell’anti- grazioso inteso come bello.

Nella sala dedicata al Paesaggio urbano e non, le opere esprimono tutta la capacità tecnica di Baldessari. Nel settore del paesaggio si evidenzia la sequenza di quei momenti di passaggio tra astratto e figurativo, con dipinti modulati su forme geometrizzanti, per poi ricomporsi nella definizione di un paese immerso nel verde come in “Lugo di Romagna”. In uno dei capolavori come l'affresco “Riflessi su paese all’alba” del 1916, permane l’eredità degli stilemi geometrizzanti che caratterizzano molti dipinti astratti, e che proprio in quel dipinto iniziano a ricomporsi in forme riconoscibili.

La sezione dedicata alla Guerra evidenzia la sua posizione di futurista anomalo che accanto all’esaltazione del conflitto propone la riflessione, tipica della sua posizione nelle retrovie (non andò in guerra in quanto austriaco di nascita). Oltre ad alcune opere che ritraggono il vivo dei combattimenti, sono in mostra quadri che riprendono il risvolto triste del conflitto, espressione di chi, come lui, ha visto passare i treni con i militari baldanzosi in viaggio verso il fronte per poi vederli tornare carichi di feriti o di morti.

L’ultima sala  propone Uno sguardo alle avanguardie. Essendo austriaco di origine, leggeva il tedesco, con grande interesse per le riviste d’avanguardia. Inoltre nel 1917 Picasso arriva a Roma e collabora con Fortunato Depero, quindi Baldessari lo incontra e ne subisce l’influenza. Conosce ad Hannover il dadaista Kurt Schwitters, e comincia a produrre collage dadaisti. Sempre ad Hannover entra in contatto con gli astratti del gruppo di Vordemberge-Gildewart, e inizia a produrre quadri astratti tra cui “Berlino notte” del 1922, di grande qualità.

Un ampio settore infine è dedicato alle incisioni futuriste dal 1916 al 1919, che mostrano via via l’evoluzione del segno, dall’esile lavoro al bulino, sino alle complesse orditure delle acqueforti, nelle quali Baldessari è maestro.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto in collaborazione con Mart - Museo di arte moderna e contemporanea, Trento e Rovereto, promossa dalla Provincia autonoma di Trento, della Comunità della Vallagarina, del Comune di Rovereto, dell’APT Vallagarina Monte Baldo, e con il sostegno della Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto.

Prestatori:

Fondazione Museo Civico, Rovereto, Mart - Museo di arte moderna e contemporanea, Trento e Rovereto, Archivio Baldessari, Rovereto, Accademia degli Agiati, Rovereto, Eredi Baldessari, Rovereto, Cassa Rurale Alto Garda Rovereto, Collezione Intesa Sanpaolo, Fondazione Cagnin, Parma, Futur-Ism, Associazione Culturale, Roma, Futurism & Co. Art Gallery, Roma, Lattuada Gallery, Milano, Studio 53 Arte, Rovereto, Art Multiservizi, Rovereto, Luisa Leonini, Lorenzo Maggini, Gian Marco Trentini, Pierluigi Giuliani e Marco Rosa
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Roberto Marcello Baldessari | Innsbruck 1894 - Roma 1965

Baldessari nasce a Innsbruck, ma torna con la famiglia a Rovereto da ragazzino, dove viene indirizzato agli studi artistici da Luigi Comel della Scuola Reale Elisabettina, che ne aveva colto il talento. Prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si diploma e vince il prestigioso Premio Scala per le incisioni. Proprio a Venezia scopre il Futurismo, e nel 1915 si trasferisce a Firenze.

Baldessari comincia la sua breve ma intensa stagione di avanguardia sviluppando uno stile personale con Boccioni come punto di riferimento e con l'adesione al Futurismo toscano. Grazie alla vicinanza con Roma frequenta anche l’amico Fortunato Depero che lo introduce all’astrattismo di Balla.

Riguardo alla guerra, Baldessari è un futurista atipico, e coglie il tema dalle retrovie, perché passa gli anni del conflitto prima a Firenze e poi a Padova, non avendo ricevuto alcuna lettera di arruolamento per via della sua cittadinanza austriaca.

Dopo la Prima Mostra Nazionale Futurista di Milano del 1918, Baldessari si lega al mecenate svizzero Alfredo Hess che gli garantisce uno stipendio ma che di contro acquisisce tutte le sue opere; una produzione talmente ricca, che alcuni anni dopo, nel 1924, il contratto viene sospeso per la quantità di materiali prodotti, che il committente non era più in grado di conservare. La produzione di quel periodo non è circolata nelle mostre e nel mercato dell’arte ed è rimasta per lo più nascosta e riscoperta solo negli ultimi anni in collezioni e proprietà private. La chiusura del rapporto con Hess corrisponde anche alla fine del periodo futurista di Baldessari. Per sopravvivere, l’artista torna al figurativo, tranne il temporaneo rientro nel Futurismo, dal 1933 al 1937, quando abbraccia l’Aeropittura che predilige come soggetto la velocità e il dinamismo degli aerei.

La sua è una vita in continuo movimento. Dal 1920 al 1925 è a Berlino, poi in Francia, in Spagna. Nel 1925 torna in Italia e vive a Roma fino al 1930, poi fino al 1935 viaggia di nuovo in Europa, in Svizzera, in Germania, in Francia. Dal 1940 si trasferisce definitivamente a Rovereto. Muore a Roma nel 1965.

Info:
Tel. 0464 452800
museo@fondazionemcr.it

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UFFICIO STAMPA Fondazione Museo Civico di Rovereto
T. 0464452800 - 834 diretto
comunicazione@fondazionemcr.it | berettaclaudia@fondazionemcr.it

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