Pannello 2 - Foto 1: Disegno ricostruttivo di una freccia paleolitica armata di punta in selce | disegno di M. Cutrona (per gentile concessione del MUSE)

Un passo nella storia

  • Percorso Lessinia | 02. ARCHEOLOGIA

La storia della Val Fredda e della Sega di Ala è legata indissolubilmente a quella del Passo delle Fittanze. La grande importanza da sempre rivestita dai passi montani e la loro conseguente intensa frequentazione influenza ovviamente anche le valli che vi conducono e i territori immediatamente adiacenti.

I reperti più antichi provenienti dalla Sega di Ala, alcune selci databili fra il 100 e i 40 mila anni fa, indicano una frequentazione da parte di gruppi umani precedenti all'avvento della nostra specie: i Neandertal. Altri manufatti rinvenuti attorno al valico testimoniano il ripopolamento del territorio dopo la fine dell'ultima glaciazione, alla fine del Paleolitico, riferibili dunque ai primi Homo sapiens. Alla stessa epoca si data l'utilizzo di un riparo sotto roccia indagato recentemente dal Museo delle Scienze di Trento (MUSE) in collaborazione con l'Università di Trento: circa 12 mila anni fa gruppi di cacciatori, dediti in particolare alla caccia all'orso, frequentavano stagionalmente il Riparo Cornafessa, vicino alla malga omonima.

Come in tutto l'arco alpino anche nel territorio in esame durante il Neolitico sembra calare drasticamente la frequentazione delle alte quote a vantaggio di quella dei fondovalle. L'uomo, spinto da necessità legate alla gestione del pascolo e al continuo bisogno di legname da costruzione e da ardere, torna invece a solcare il territorio in questione all'inizio dell’età dei metalli. Da Malga Riondera proviene infatti una bella lama di pugnale in selce databile all'età del Rame (3500-2300 a.C.). All'incirca alla stessa epoca appartengono due strumenti in selce bifacciali di fattura "campignana" (tranchet) rinvenuti poco oltre il confine con il Veneto, fra Malga Lessinia e Castelberto.

A causa soprattutto dell'intenso sviluppo delle attività casearie e lanarie, le attività umane si fanno più intense verso la fine dell'età del bronzo (XIII-XI sec. a.C.): un pugnale lanceolato e un'ascia ad alette mediane in bronzo sono stati rinvenuti nei pressi di Malga Cornafessa e un pugnale foliato dello stesso periodo a Malga Lavacchione (tutti e tre consegnati e conservati presso il Museo delle Scienze di Trento - MUSE).

Dalla zona di confine fra Trentino a Veneto, a breve distanza dalla conca della Sega di Ala, provengono diversi strumenti metallici databili alla stessa epoca: quattro asce, tre pugnali e una punta di lancia. Occorre evidenziare che a volte questi strumenti non sono stati semplicemente "persi" ma volutamente deposti all'interno di rituali detti "Passfunde", per quanto riguarda le zone di valico, e di "Höhenfunde" per quanto riguarda le quote più elevate. Una fibula in ferro ad arco serpeggiante ritrovata presso Rocca Pia (VI-V sec. a.C.) testimonia che lo sfruttamento di questo territorio continua anche nel millennio successivo, ossia durante l'età del Ferro.

Non mancano testimonianze riferite anche all'epoca romana. Due monete di epoca imperiale sono state ritrovate nei pressi di Malga Prealda e un cucchiaio in bronzo con apice "a zoccolo di animale" (I-III sec. d.C.) è stato rinvenuto sui prati in località Frate. Se andiamo a considerare anche i ritrovamenti effettuali in Veneto nelle vicinanze del Passo delle Fittanze, troviamo altre dieci monete databili sempre tra il I e il III secolo d.C. In epoca romana sembrano cambiare le modalità di frequentazione delle alte quote forse a causa della sperimentazione delle prime forme di transumanza a lungo raggio. Non mancano del resto manufatti tipici anche del mondo pastorale: due piccoli campanacci in bronzo sono stati rinvenuti appena al di là del passo (Castilverio e Corno Mozzo), in territorio veneto. Al IV secolo d.C. si data un coltello in ferro a lancetta rinvenuto in territorio trentino non lontano da Malga Sega.

Per quanto riguarda il Medioevo abbondano i rinvenimenti di monete e strumenti agricoli in ferro soprattutto nella zona del passo o poco al di là del confine. Nel Medioevo si configura una stretta regolamentazione per l'uso dei pascoli e delle risorse comunitarie in genere, all'interno di un quadro economico che sfruttava le risorse montane soprattutto a scopo caseario, lanario e per l'approvvigionamento di legname. È da far risalire invece solo agli ultimi secoli del secondo millennio invece il cambiamento radicale dei pascoli in quota, prima votati per la maggior parte all'allevamento ovino, poi superati in numero da quello bovino.

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Disegno ricostruttivo di una freccia paleolitica armata di punta in selce | disegno di M. Cutrona (per gentile concessione del MUSE)
Riparo Cornafessa in fase di scavo (scavi a cura del MUSE in collaborazione con l’Università di Trento)
Ascia e due pugnali in bronzo da Malga Cornafessa e Malga Lavacchione (XIII-XI sec. a.C., conservati presso il MUSE)
Frammento di fibula in ferro ad arco serpeggiante da Rocca Pia (Età del Ferro, VI-V sec. a.C.), cucchiaio e monete di epoca romana (I-III sec. d.C.), coltello in ferro a lancetta (IV sec. d.C.) | reperti conservati presso la Fondazione Museo Civico di Rovereto

Da leggere

Chelidonio, G., Solinas, A. , 1978, Passo delle Fittanze - Ala (Trento). Preistoria Alpina 14, Museo tridentino di scienze naturali, pp. 228-231.

Duches R., Fontana A., Nannini N., Neri S., Boschin F., Crezzini J., Bernardini F., Tuniz C. & Dalmeri G., 2017, 12000 anni fa, cacciatori di orsi a riparo Cornafessa, Lessinia (TN). Natura Alpina, 68, n. 1-2-3-4, pp. 161-164.

Grimaldi G., 2003, Modèles comportementaux pour le Paléolithique inférieur et moyen au Trentin: les séries lithiques conservées au Museo Tridentino di Scienze Naturali (Trente, Italie). Preistoria Alpina 39: 59-76.

Sauro U., Migliavacca M., Pavan V., Saggioro F., Azzetti D., 2013, Tracce di antichi pastori negli alti Lessini. Alla scoperta di segni di avventure umane nel paesaggio.

 

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