La ricerca floristica del Museo nel Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

Flora e montagna, le ricerche botaniche del Museo nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino

  • La ricerca floristica nel Parco, avviata da oltre vent'anni dalla sezione Botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto, ha permesso di disporre di un preziono bacino di dati floristici precisi, confrontabili con l'attualità e con gli effetti dei cambiamenti climatici. Nell'ultimo periodo gli studi di dettaglio sulla flora d'alta quota hanno rilevato nuovi record altitudinali raggiunti da certe piante e inaspettati incontri floristici.

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Correva l'anno 2000 quando venne presentata la Flora del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, una pubblicazione frutto della collaborazione tra Museo Civico di Rovereto e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Le parole con le quali i rispettivi direttori di allora iniziarono la presentazione, ad oltre vent'anni di distanza, oggi risuonano quanto mai attuali:

I Parchi Naturali e i Musei sono enti che sembrano vocati a condurre ricerche in simbiosi, essendo i primi chiamati a proteggere il patrimonio naturale, i secondi a indagare questo patrimonio dal punto di vista sistematico. Queste due azioni sono complementari, dal momento che è ben difficile proteggere senza avere conoscenze di base, come sarebbe per lo meno frustrante redigere cataloghi sistematici con il rischio che il patrimonio naturale indagato possa andare distrutto a breve.

Sono state parole doppiamente evocative: da un lato hanno accompagnato la collaborazione dei due enti nel tempo e dall'altra hanno dimostrato che la conoscenza, alle volte, si può dimostrare l'unico strumento efficace per una corretta gestione del patrimonio ambientale.

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I botanici del Museo Civico di Rovereto durante un censimento floristico sull'Altipiano delle Pale di San Martino. 

Quel volume ancora oggi rappresenta una fonte inesauribile di conoscenza, ma soprattutto è importante il plusvalore acquisto nel tempo in quanto bacino di dati floristici certi, puntuali, confrontabili con l'attualità e con gli effetti sulla flora di un clima che va rapidamente cambiando. 

Proprio all'interno di queste considerazioni, dal 2017 il Parco ha attivato con la sezione botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto, studi di dettaglio sulla flora d'alta quota, perché sembra davvero importante cogliere questo particolare momento e studiarne gli effetti. Gli ultimi cinque anni hanno visto il personale del Parco e del Museo affrontare le valli e le vette del Lagorai e delle Pale di San Martino, fissando al suolo aree di monitoraggio floristico permanenti e quindi ripetibili nel tempo. Oppure percorrere transetti lungo sentieri ad intercettare specie floristiche in risalita alla ricerca delle frescure sommitali.

La stagione di raccolta dati appena conclusa ha fatto registrare tanti record altitudinali, intesi come nuovi limiti raggiunti in quota da certe piante. Durante i monitoraggi del 2022 sono stati innalzati i limiti altitudinali superiori di 33 specie floristiche rispetto a quelli pubblicati nella Flora del Trentino (2019). In questo primo anno di rilevamento della flora di alta quota complessivamente sono stati raccolti dai botanici del Museo all'interno del Parco 898 dati floristici relativi a 149 entità floristiche (specie/sottospecie). L'estate del 2022 ha visto anche l'esplorazione di due delle cime più elevate del nostro Parco: Cima Vezzana (3.192 m) e Cima della Fradusta (2.939 m) sotto la quale si trova l'omonimo ghiacciaio dalla sorte ormai segnata. 

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Monitoraggio floristico su Cima della Fradusta (2.939 m), estate 2022. 

Il prossimo anno sarà la volta proprio dei ghiacciai e della flora che li circonda, la cosiddetta flora periglaciale. I rilievi avranno lo scopo di studiare i tempi di colonizzazione delle superfici lasciate libere dai ghiacci e quali e quante specie lo sapranno fare.

Naturalmente tutte le escursioni effettuate sono sempre l'occasione per casuali e inaspettati incontri floristici, come ad esempio la scoperta di Botrychium matricariifolium (Botrichio ramoso) nella Valle del Vanoi, specie considerata fino ad allora estinta in Trentino. Oppure la scoperta di una nuova stazione di Androsace wulfeniana, una bellissima quanto rara primulacea, trovata per caso grazie ad una sua fioritura molto tardiva. 

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Androsace wulfeniana, pianta endemica con areale principale in Stiria e Salisburgo; in Italia presente solo in Trentino con poche popolazioni.

Oltre alle attività di ricerca vera e propria, la Fondazione Museo Civico di Rovereto ha collaborato con il Parco nella realizzazione di mostre e attività didattiche e divulgative legate alle piante officinali. Ne è un esempio La farmacia del bosco, un libricino che accompagna alla visita dell'Orto officinale di Villa Welsperg, sede del Parco e punto di partenza all'esplorazione del territorio.

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Orto officinale di Villa Welsperg, sede del Parco Paneveggio Pale di San Martino. 

La tutela dei valori naturali e ambientali, storici, culturali, antropologici e tradizionali rappresentano la missione principale degli Enti Parco, ma non sarebbero obiettivi raggiungibili senza l'attivazione di quelle sinergie che qualificano e valorizzano il lavoro di chi studia e si impegna per la salvaguardia dell'ambiente.

Link utili: 

Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino

Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino | La flora

Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino | Diario vegetale

La Flora del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Supplemento al n. 13/1997 degli Annali Museo Civico di Rovereto

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a cura di Maurizio Salvadori, Settore conservazione, ricerca e monitoraggi del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino

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