Giovedì 28 marzo, ore 18 | In vetta, 229 record altitudinali registrati in provincia di Trento a causa del cambiamento climatico

  •  26.03.2024 - 17:07 
  •  Botanica
  • Se ne parla nel terzo GIOVEDÌ DELLA BOTANICA del Museo

Il progetto sulla  Flora di Vetta  raccontato nel terzo Giovedì della botanica, giovedì 28 marzo ore 18 al Museo di Scienze e Archeologia.

Esplorate 27 vette nei Parchi del Trentino per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulla flora di montagna. Riscontrati 229 nuovi record altitudinali rispetto al 2019: l’arnica montana fa un “salto” verso l’alto di 400 metri.

Sulle Alpi le piante tendono a spostarsi da sud verso nord e a salire a quote più elevate.  È un dato di fatto, testimoniato da chi le montagne le frequenta, e incontra paesaggi inediti rispetto al passato, ma anche dimostrato dagli studi e dalla ricerca scientifica. Questi “spostamenti” sono una risposta della flora al clima sempre più caldo: le piante scalano le montagne e le vette appaiono e appariranno sempre più “erbose”, anche a seguito della fusione dei ghiacciai che amplia il suolo libero e colonizzabile.

Di questo e di molto altro parleranno i botanici del Museo Alessio Bertolli e Giulia Tomasi nella conferenza di giovedì 28 marzo al Museo di Scienze e Archeologia di Rovereto, nell’ambito dei Giovedì della Botanica, dal titolo Due anni di rilevamento della flora delle vette del Trentino

Il ciclo è organizzato dalla Società Museo Civico di Rovereto, con la Fondazione Museo Civico e la Fondazione Alvise Comel, per la prima volta in collaborazione con la Magnifica Comunità di Fiemme, e con il sostegno del Comune di Rovereto e della Comunità della Vallagarina.

Gli incontri si svolgono dalle 18.00 alle 19.30 presso la sala conferenze “Fortunato Zeni” del Museo Civico di Rovereto (Borgo S. Caterina 41)
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Gli ambienti di alta quota sono i più adatti per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla flora, perché sono quelli dove non entrano in gioco altri fattori di natura umana (gestione del territorio, urbanizzazione, pratiche agricole). Le vette delle montagne sono, per ora e per fortuna, poco o per nulla influenzate direttamente dall’uomo.

Per monitorare questi fenomeni che il Museo Civico ha avviato il progetto “Flora di Vetta”, in collaborazione con i Parchi Naturali del Trentino, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, con il contributo della Provincia Autonoma di Trento.

In questi due anni di lavoro sono stati raccolti 7.900 dati di piante superiori e briofite relativi a 295 diverse specie floristiche e 161 specie di briofite (muschi ed epatiche).

Rispetto ai dati raccolti nel 2019 e pubblicati nel volume Flora del Trentino, il monitoraggio 2022-2023 ha evidenziato 229  record altimetrici provinciali e alzato il limite altitudinale assoluto di quota per le piante in Trentino con i 3.598 m di Poa laxa su Punta Taviela. Il limite assoluto di quota per le briofite in Trentino è stato registrato su Cima Cevedale (Zufall Spitze) a 3.757 m da Grimmia triformis.

Tra i record altimetrici troviamo Arnica montana trovata nel Parco Adamello Brenta sul versante sud Carè Alto a 3020, con un “salto” di 400 m rispetto al 2019, oppure Gentiana brentae segnalata finora solo fino a 2650 m e individuata ora in vetta al Grostè (2900 m). Rhododendron ferrugineum è stato trovato sul M. Vioz nel Parco Nazionale dello Stelvio a  3281 m con un salto verso l’alto di 231 m. Anche Saxifraga facchinii, specie endemica e rara, ha fatto registrare un balzo di 290 m rispetto ai dati precedentemente pubblicati, grazie al ritrovamento su Cima Vezzana nel Parco Paneveggio Pale di San Martino a 3190 m.

I dati complessivi saranno elaborati dall'Università di Padova con la quale è in atto una collaborazione per questo progetto con l’obiettivo di pubblicare i risultati su una rivista scientifica di prestigio internazionale.

Il progetto richiede oltre alla competenza scientifica anche la tecnica alpinistica necessaria a raggiungere luoghi spesso impervi e fuori dai percorsi battuti: nell’estate 2022-2023 sono state esplorate 27 vette trentine di diversa natura geologica all’interno dei tre Parchi, dai 2700 m sino ai 3757 m di quota della Cima del Cevedale, la più alta del Trentino. I botanici impegnati sul campo da luglio fino a inizio settembre dei due anni hanno totalizzato quasi 40 mila m di dislivello e percorso 260i chilometri a piedi, partendo all’alba e fermandosi a dormire in rifugi di montagna o addirittura in bivacchi.

Cosa succederà in futuro? Se il clima continuasse a scaldarsi con il ritmo attuale, in alcuni decenni il bosco invaderà le praterie alpine, le morene glaciali si copriranno d’erba e purtroppo si dovrà testimoniare l’estinzione di specie alpine adattate a vivere negli ambienti più freddi perché soprattutto sui monti di quota bassa non ci saranno più le condizioni idonee alla loro sopravvivenza.

La partecipazione è libera e gratuita. Attività riconosciuta ai fini dell'aggiornamento per gli insegnanti e del credito formativo per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Per le modalità contattare didattica@fondazionemcr.it.

Gli altri appuntamenti:
04/04/2024 - Tre specie americane naturalizzate nella nostra flora: le "Conyza" in Trentino  con Filippo Prosser conservatore della sezione botanica della Fondazione Museo Civico di Rovereto.

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