Pannello 3 foto 1 | Pinot grigio

I vitigni

  • Percorso "L'antica via Ala-Serravalle" | 03. VITICOLTURA

Viticoltura


Il comune di Ala è il secondo per superficie coltivata a vite di tutto il Trentino con ben 720 ettari di vigneti. Pertanto, la coltivazione della vite rappresenta un'importante produzione e caratterizza in maniera significativa il paesaggio del fondovalle. La composizione di varietà negli ultimi 30 anni ha subito un forte cambiamento, arrivando a una predominanza di vitigni a bacca bianca, con il Pinot grigio e lo Chardonnay che oggi sono i due vitigni bianchi più coltivati. Entrambi provenienti dalla regione francese della Borgogna, arrivarono in Trentino intorno al 1875 grazie al lavoro dell'Istituto agrario di S. Michele all'Adige. Il Pinot grigio, un tempo chiamato anche "Ruländer", rappresenta più del 50% della produzione ed è coltivato sia nel fondovalle, sia sulle colline. Vitigno dalla caratteristica bacca grigia, è un vino bianco molto diffuso e commercializzato con successo in Italia ma soprattutto all'estero. Lo Chardonnay è un'uva diffusa in tutto il mondo e in Trentino tradizionalmente utilizzata sia per la produzione dello spumante metodo classico Trento DOC, sia per la produzione di vini tranquilli. Altre varietà bianche presenti in quantità minore sono il Sauvignon bianco, il Moscato giallo e il Traminer aromatico. Non mancano le varietà rosse, tra le quali sono da citare Marzemino, Lagrein, Merlot, Pinot nero, Enantio e Casetta. Il Marzemino qui trova uno dei suoi areali d'elezione. Varietà arrivata in Trentino sotto la dominazione veneziana, nel XV secolo, è ormai considerato vitigno autoctono. La storia narra che anche Mozart conobbe questo vino in uno dei suoi viaggi in Trentino e volle esaltarlo citandolo nel suo Don Giovanni con i versi "…versa vino, eccellente Marzemino!". Degne di nota sono anche le varietà "Ambrosche", Casetta ed Enantio, nate da incroci spontanei oltre mille anni fa nei boschi della Vallagarina, e poi portate in coltivazione dagli antichi abitanti del posto. Con il nome di "Lambruschi a foglia tonda (Casetta) e frastagliata (Enantio)", hanno rappresentato fino agli anni Settanta la maggioranza della produzione della zona, soprattutto come vini da taglio, cioè da miscelare ad altri vini per correggerne le caratteristiche, perché molto ricchi in colore, acidità e tannino. La Casetta, varietà che negli anni Novanta ha rischiato l'estinzione, è rimasta oggi in pochissimi vigneti. Recuperata dopo un lungo lavoro di ricerca e osservazione da parte di due aziende di Ala, La Cadalora e Albino Armani, è oggi uno dei vin i simbolo di questo territorio. Era coltivata principalmente nei vigneti collinari tra Serravalle e Marani. L'Enantio, varietà che era diffusa in tutta la bassa Vallagarina, sia trentina che veronese, era piantata principalmente nei vigneti vicino al fiume Adige. Sul territorio di Ala era meno presente della Casetta, ed oggi rimangono solo piccoli appezzamenti. Varietà molto produttiva e acida, oggi viene valorizzata da numerose cantine di Avio e dell'Alto veronese.


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