Prevenzione

 

L'azione concorde di enti pubblici e privati cittadini può risolvere il problema dell'infestazione

La zanzara tigre può essere eliminata con un attento e costante controllo delle aree private oltre che delle aree pubbliche. I luoghi dove è più facile che le zanzare depongano le uova sono piccole raccolte d'acqua, tombini, pozzetti di scolo dell'acqua piovana, bidoni e contenitori in orti e giardini, piccole fontane, sottovasi di fiori su terrazzi e balconi, pneumatici o sacchetti di plastica abbandonati e altri oggetti che raccolgano acqua piovana.

L'ente pubblico agisce con i larvicidi nel territorio di sua competenza, ma l'80% del territorio interessato dall'infestazione è di proprietà privata. 

Il controllo delle aree private può avvenire tramite semplici accorgimenti. Per renderli noti, i Comuni emettono specifiche Ordinanze al riguardo. 
Anche la Provincia Autonoma di Trento ha redatto un documento con le linee guida per contrastare la diffusione della zanzara tigre, distribuendo alla cittadinanza materiale divulgativo.

  

Le buone pratiche: 

Svuotare sul terreno e non nei tombini, ogni 5/6 giorni, l'acqua contenuta in sottovasi, annaffiatoi, piccoli abbeveratoi, ciotole per l'acqua del cane ecc.

Trattare con un prodotto antilarvale tombini, caditoie, griglie situati all'interno delle proprietà private.

Coprire con zanzariere a maglia fine o teli di plastica, avendo cura di non lasciare fessure o creare avvallamenti dove possano formarsi ristagni, contenitori d'acqua inamovibili, come vasche, bidoni, fusti per l'irrigazione; se possibile, svuotarli completamente sul terreno almeno una volta la settimana.

Evitare che si formino piccole raccolte d'acqua all'interno di eventuali pneumatici e copertoni; sarà utile stoccare gli pneumatici a piramide, asciutti e coperti con un telo – senza avvallamenti – per evitare che l'acqua piovana vi ristagni. 

Eliminare contenitori inutili e non abbandonare bottiglie, lattine o buste di plastica che potrebbero riempirsi d'acqua.

Nei cimiteri: non lasciare vasetti inutilizzati pieni d'acqua, usare argilla espansa o sabbia ove possibile, cambiare frequentemente (ogni 5/6 giorni) l'acqua dei vasi con fiori freschi e introdurre nel vaso dei fili di rame (10-20 grammi/litro), da sostituire mensilmente, o un prodotto antilarvale. 

I pesci si cibano delle larve della zanzara bloccandone la riproduzione. È opportuno introdurre alcuni pesci ornamentali nelle fontane e nelle vasche dei giardini, purché queste non abbiano scarico libero in torrenti e/o fiumi. 

 


Le ovitrappole utilizzate dalla Fondazione Museo Civico e dai Comuni per monitorare i punti critici sono contenitori neri riempiti di acqua, con un'etichetta identificativa e un'astina di legno.
Non rimuoveteli: sono utilissimi strumenti per rilevare, in tempo reale, la diffusione della zanzara e l'intensità della presenza.



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