Egitto una passione, un impegno

 

Una passione per una grande civiltà del passato, quella dei Faraoni, e un amore per un grande Paese, l'Egitto, è divenuta nel tempo impegno scientifico ed esempio unico di collaborazione culturale e istituzionale a livello internazionale. Potrei riassumere così la storia meravigliosa del rapporto con l'Egitto che si è maturato, sviluppato e consolidato negli anni grazie alla fiducia e alla stima che le autorità egiziane fin dall'inizio mi hanno dimostrato, fiducia e stima che sono poi sfociate in solide amicizie, a cominciare dal dr. Sabri Abd El Aziz Qater, negli anni '90 direttore delle Antichità Faraoniche dell'area di Luxor. Ma non si sarebbe mai giunti nel 2004 al primo protocollo d'intesa con il Consiglio supremo delle antichità d'Egitto (protocollo, che ora si va aggiornando con una nuova stesura che meglio risponde alle esigenze delle parti) se il Museo Civico di Rovereto, oggi Fondazione, con il suo direttore Franco Finotti, non avesse condiviso, sostenuto scientificamente e ampliato il progetto che avrebbe reso la mia passione personale per la documentazione fotografica un ulteriore patrimonio civico, nel senso più ampio e alto del termine, cogliendo l'opportunità di creare una banca dati unica del patrimonio archeologico dell'Antico Egitto. La storia della fototeca inizia nella prima metà degli anni '90 del secolo scorso. Per interesse personale decisi di visitare aree archeologiche del Medio Egitto, che seppur molto importanti e aperte alle visite, per la loro collocazione al di fuori dei percorsi turistici erano da sempre pochissimo frequentate. Internet era agli albori e il materiale iconografico non era facilmente reperibile e consultabile dai non specialisti. Allora era consentito (oggi non più) fotografare anche all'interno delle tombe affrescate di epoca faraonica. Decisi quindi di procurarmi il materiale di studio in prima persona. Viaggio dopo viaggio ho messo insieme oltre trentamila immagini di siti archeologici dell'Antico Egitto, come Dishasha e Abydos, le città romane di Akoris e Antinoopolis, le necropoli rupestri di Beni Hasan e Quseir el Amarna, Meir e El Salamuni, El Hawawis e El Hagarsa, patrimonio che alla fine degli anni '90 ho donato al museo Civico di Rovereto ponendo le basi per quella che nel tempo, grazie proprio alle competenze del Museo, è diventata una grande banca dati dedicata all'archeologia faraonica, copta e greco-romana dell'Antico Egitto, una delle più ricche e originali. Ogni immagine è stata georeferenziata e completata con una scheda di approfondimento, un lavoro che ha enormemente ampliato il potenziale di conoscenza che ogni scatto aveva in partenza. Nel febbraio 2004 in riconoscimento del grande lavoro fatto, fu firmato un protocollo d'intesa sull'utilizzo di questo patrimonio iconografico. Grazie a questo accordo, quale ricercatore del museo di Rovereto ebbi nel corso degli anni una serie di permessi speciali da parte delle Autorità egiziane per documentare siti di grande interesse archeologico e storico tuttora chiusi al turismo, molti dei quali mai aperti, e durante le visite fui sempre accompagnato con solerzia e competenza dai funzionari delle Antichità delle aree interessate. La banca dati del museo roveretano si è così enormemente arricchita con materiale di grandissimo interesse documentaristico difficilmente reperibile altrove. Con la firma di questa nuova estensione del Protocollo firmato 10 anni fa e grazie alla determinazione e competenza del nuovo segretario generale del Consiglio supremo delle Antichità, il dr. prof. Mostafa Amim Mostafa, si riconosce la validità del lavoro fin qui svolto e si allargano considerevolmente i confini della collaborazione tra la Fondazione Museo Civico di Rovereto e il Ministero delle Antichità della Repubblica Araba di Egitto.
(Maurizio Zulian)