Villa Lagarina - Necropoli di Villa Lagarina

L'attuale abitato di Villa Lagarina, il cui nome deriva dall'unione del termine latino villa ("podere", "fattoria", "residenza rurale") e di quello longobardo lagar ("magazzino"), va identificato secondo alcuni studiosi con la civitas Ligeris citata dall'Anomimo Ravennate autore della Cosmographia (VI-VII secolo) e con la Lagare ricordata più tardi (VIII secolo) da Paolo Diacono, che la dice luogo di origine del conte longobardo Ragilone; la sua importanza a partire dall'epoca medievale deriva dall'essere stata sede, dal XII al XVIII secolo, di una delle più grandi e più importanti pievi della Vallagarina. Proprio in prossimità della chiesa decanale, nell'inverno del 1881 furono messe casualmente in luce alcune sepolture a inumazione, già in gran parte spoliate e sconvolte, databili all'età romana tardoimperiale e all'altomedioevo. A testimonianza della scoperta non restano oggi che pochi reperti, esposti presso il Museo Civico di Rovereto, riferibili a inumati di sesso sia maschile che femminile: una fibula a tenaglia, una fibbia di cintura, un orecchino e una fibula zoomorfa a pavoncello in bronzo, tre orecchini a globulo poliedrico in argento, una cuspide di freccia in ferro e infine tre vaghi di collana in pasta vitrea.