Nomi - archeologia

Le prime testimonianze archeologiche nel comune di Nomi, sia pure prevalentemente di carattere sporadico, come nella maggior parte dei comuni della Destra Adige lagarina, risalgono all'età del Bronzo, come provano i ritrovamenti occasionali effettuati nei siti di Monte Corona (età del Bronzo antico e medio), Dosso Alto (età del Bronzo recente e finale), Cef (età del Bronzo recente) e S. Pietro (età del Bronzo finale). Per la successiva età del Ferro (900 – I secolo a.C.), quando nella Valle dell'Adige si verifica la definitiva e stabile presa di possesso delle aree di fondovalle da parte dell'uomo, il territorio di Nomi, verosimilmente a causa di una situazione orografica particolarmente favorevole allo stanziamento umano (l'arco dei monti a nord e l'ansa dell'Adige a sud delimitano un'ampia conca pianeggiante e protetta), presenta una particolare concentrazione di evidenze archeologiche rispetto ai territori limitrofi e più in generale rispetto alla Valle dell'Adige meridionale, dove le attestazioni per questo periodo sono per contro piuttosto limitate. In particolare, alla prima età del Ferro si data la necropoli scoperta alla fine dell'Ottocento in località agli Olmi, mentre alla seconda età del Ferro risale il villaggio retico del Bersaglio. Tombe dell'Età del Ferro sono state rinvenute anche nell'area dell'attuale cimitero e in località S. Pietro.
Il territorio dell'odierno abitato di Nomi conobbe una continuità di insediamento anche durante l'età romana e altomedievale: lo testimonia la significativa quantità di nuclei sepolcrali rinvenuti a più riprese fin dall'Ottocento in località S. Pietro, Maso Moll, Ospedale Romani, Dosso della Pozza, dove in più casi le sepolture di età altomedievale coesistono con quelle di epoca precedente. Queste evidenze cimiteriali sono da vedere in connessione con un insediamento abitativo, la cui evidenza però al momento ancora ci sfugge. Alcuni dei reperti provenienti rinvenuti in questi contesti sono esposti nelle vetrine del Museo Civico di Rovereto.
In epoca medievale l'abitato di Nomi era dominato dal castello, documentato a partire dal XIV secolo, i cui ruderi sono stati recentemente oggetto di restauro; secondo gli storici venne demolito già nei primi decenni del XVI secolo, ma le evidenze archeologiche sembrano testimoniare un periodo di frequentazione significativamente più lungo.