Isera

Il territorio di Isera, per la buona esposizione e la vocazione agricola, costituì sempre un forte richiamo per lo stanziamento umano. Sono presenti ricche testimonianze fin dall'età preistorica: risalgono al Neolitico il villaggio della Torretta (4500/4300 – 2900/2600 a.C.) e all'età del Bronzo i siti di Castel Corno (XXII – XVII secolo a.C.) e di Castel Pradaglia (XXII – X secolo a.C.). In epoca romana l'occupazione del territorio si fece capillare: l'elemento più significativo è la Villa romana, residenza urbano-rustica edificata su un terrazzo affacciato sull'Adige. Nel Medioevo sorsero strutture fortificate, i cui ruderi sono ancora oggi visitabili: Castel Corno (XII-XVIII secolo) e Castel Pradaglia (XII-XV secolo).

Isera, con la sua favorevole posizione collinare, fu residenza della nobiltà locale che vi costruì nel Settecento dimore sontuose. Lungo le contrade il Torcio e Filatori s'affacciano alcuni notevoli edifici del tardo-barocco. Palazzo Fedrigotti, ora sede comunale, è un esempio di architettura settecentesca. Fra le numerose chiese si ricordano la parrocchia di S. Vincenzo, ricostruita nel Seicento, e la quattrocentesca chiesa dei Santi Innocenti a Patone.

Il territorio di Isera presenta una serie di elementi interessanti dal punto di vista geologico e geomorfologico, come i depositi di torbiera (da 14.000 a 7.000 anni fa) o le vulcanoclastiti basaltiche e argillificate, al cui substrato sono legati vitigni tipici come il marzemino. Verso la parte più elevata si segnalano le marmitte dei giganti della parete rocciosa tagliata dalla cascata "Pisa Vaca", o il potente accumulo di frana di Castel Corno.

La flora, con circa 1000 specie, è piuttosto ricca, grazie a una spiccata variabilità ambientale che spazia dalle rive dell'Adige alle pendici del Monte Stivo. Tra gli ambienti più interessanti ci sono alcune zone umide, come la località Ischia nel sito Natura 2000 "Valle dell'Adige", prati, arativi, ambienti boscati e rupestri. Ben 67 sono le specie a rischio di estinzione in Trentino: tra cui Cucubalus baccifer e Spergula arvensis, particolarmente rare. Uno degli aspetti più interessanti della fauna riguarda l'avifauna degli ambienti prativi di Bordala, con la presenza del re di quaglie, fra le specie più minacciate. Altrettanto significative le zone umide, con diverse specie di anfibi. Lungo l'Adige nidificano specie come il tuffetto e l'usignolo di fiume. Nel sito Natura 2000 "Valle dell'Adige" si cita il torcicollo, oltre a numerosi Passeriformi in sosta durante la migrazione. In inverno si osservano anche l'airone cenerino e il cormorano. Nei vigneti le presenze più significative, tra le altre, riguardano il pigliamosche e l'arvicola campestre. L'intero territorio è frequentato da diversi rapaci, e, come nei comuni limitrofi, da alcuni anni anche dall'orso bruno.

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"Destra Adige Lagarina"
Paesaggi e tradizioni, Natura e Cultura lungo il filo rosso dell'antica strada

Il progetto, sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento, di valorizzazione del paesaggio collinare al fine di potenziare il locale distretto agro-turistico-ambientale, ha posto come priorità la riqualificazione della viabilità storica di collegamento fra Isera, Nogaredo, Villa Lagarina, Pomarolo e Nomi. Ciò ha consentito di recuperare tratti di muro a secco, di strada e insieme a loro scorci di storia, che raccontano della fruizione passata di queste zone.



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