Un nuovo progetto di monitoraggio ambientale delle acque

Un nuovo progetto di monitoraggio ambientale delle acque

La qualità dell'ambiente può essere dedotta anche dal comportamento degli animali. Alcuni pesci, ad esempio, possono perdere la capacità di orientarsi o di riconoscere i predatori in presenza di sostanze inquinanti nei loro habitat. Questo studio aggiunge un tassello importante all'impegno che la Fondazione MCR porta avanti nella tutela delle specie a rischio di estinzione e dell'ambiente.

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La tutela dell'ambiente è, da sempre, tra le priorità della Fondazione Museo Civico di Rovereto. In ambito zoologico, alcuni progetti già attivi coinvolgono lo studio degli Invertebrati e in particolare gli Ortotteri (cavallette e grilli).

La sezione di Zoologia è attivamente impegnata nella tutela di alcune specie a rischio di estinzione nella nostra Regione: tra queste il grillo alpino d'alta quota Anonconotus italoaustriacus, che è stato oggetto di approfondimenti genetici e per il quale abbiamo in preparazione uno specifico progetto di conservazione. Anche studiare i cambiamenti degli habitat è importante: al museo lo facciamo, tra le altre cose, anche studiando la diffusione di alcuni tipi di insetti che fungono da bioindicatori della qualità del territorio.

A questo impegno verso la tutela degli habitat e dei loro abitanti si è aggiunto di recente un nuovo progetto che vede, questa volta, protagonisti i vertebrati acquatici. Grazie a un finanziamento Caritro la sezione di Zoologia partecipa a uno studio della durata di due anni (2023-24), che ha come enti capofila il CIMeC e la FEM, sull'effetto che i residui chimici nelle acque (tra cui pesticidi e altri inquinanti) hanno sul comportamento dei pesci.

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Trota iridea

Le ricerche prenderanno in particolare in esame due specie: la trota iridea e il pesce zebra. La prima specie è tipica delle acque dolci del nostro territorio ed è anche investita di un valore economico in considerazione della presenza di allevamenti nella nostra Regione; il pesce zebra è, invece, una specie d'acquario molto usata come organismo modello in biologia (ci si riferisce ad esso col nome di "zebrafish"). Del pesce zebra conosciamo tutto: dal suo sistema nervoso al funzionamento del suo genoma. Dato che disponiamo, quindi, già di ampie conoscenze sulla biologia di questo pesciolino, sarà facile rilevare eventuali variazioni dovute alla presenza d'inquinanti, per poi passare al modello la cui biologia è meno conosciuta, ma che è localmente più interessante: la trota iridea.

Zebrafisch

Azul, Copyrighted free use, via Wikimedia Commons

La finalità dello studio è quello di verificare se gli inquinanti, che possono essere accidentalmente presenti nelle acque, sono in grado di alterare i delicati processi cognitivi che avvengono nel cervello di questi pesci. Ad esempio, le sostanze disciolte in acqua potrebbero interferire sulla loro capacità di orientarsi nello spazio secondo le modalità note nella letteratura scientifica, oppure compromettere la loro capacità di riconoscere in maniera innata i predatori e, quindi, fuggire da essi. È evidente come qualsiasi influenza di questo genere coinvolgerebbe profondamente la loro biologia e, dunque, le loro capacità di sopravvivenza

Il comportamento degli animali, al pari di altri aspetti della biologia e della fisiologia, può quindi essere utilizzato come un utile indicatore della qualità dell'ambiente, attraverso l'osservazione e il rilevamento delle sue alterazioni.

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Il torrente Leno dal ponte delle Zigherane a Borgo Sacco (foto Valentina Poli)

I partner di questo progetto, oltre al nostro Museo, sono il Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell'Università di Trento, la Fondazione Edmund Mach (FEM), l'Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente (APPA Trento), il Museo delle Scienze di Trento (MUSE), la Federazione dei Pescatori Trentini (FPT) e l'Unione Pescatori del Trentino (UPT). 

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a cura di Gionata Stancher, Sezione Zoologia Fondazione MCR

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