Ascoltare le cicale per comprendere il cambiamento climatico

Ascoltare le cicale per comprendere il cambiamento climatico

Sul Monte Baldo recentemente è stato documentato dal Museo il canto di "Cicada orni" a 1700m, in una zona dove tipicamente questa specie non era presente. Fino a che quota vi è capitato di sentirle in montagna?

Si legge in 3 minuti: il tempo di un caffé ristretto!

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Il canto delle cicale richiama alla nostra mente le calde giornate estive, in cui questo suono è quasi l'unico che si può sentire nei momenti di maggior calura. Le cicale sono presenti nella nostra cultura fin da tempi antichi (ricordate la favola della cicala e la formica di Esopo?) ma sono altresì insetti che giocano un ruolo molto importante negli ecosistemi terrestri. Sono insetti Omotteri (ovvero hanno ali anteriori e posteriori di struttura uguale e uniforme) le cui larve si sviluppano sottoterra anche per anni (in Nord America è famosa Magicicada, la cicala la cui larva impiega circa 17 anni a svilupparsi!) a spese delle radici di alcune piante, emergendo solo nel momento di "mettere le ali" e diventare adulte. I maschi hanno un apparato stridulante, cioè un organo che emette suoni, simile allo strumento musicale brasiliano quica, composto da una membrana tenuta in tensione da un tendine collegato a un muscolo: la tensione del muscolo fa vibrare la membrana che emette il suono (le cicale friniscono!). Il canto del maschio è un richiamo per la femmina che si avvicina volando. Dopo l'accoppiamento, la femmina depone le uova da cui schiudono le larve e il ciclo ricomincia.

Cicadidae - Cicada orni-4

Maschio e femmina di cicala durante il corteggiamento. Hectonichus, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Le cicale sono da anni sotto la lente di molti entomologi perché il loro comportamento sembra stia cambiando in varie aree del pianeta. Ad esempio Gene Kristsky della Mount St Joseph University monitora le cicale da decenni e dai suoi studi risulta che queste stanno emergendo prima di quanto facessero negli anni precedenti. Gli insetti si sviluppano "mettendo le ali" quando viene raggiunta una certa temperatura: si tratta dunque di un importante nesso tra clima e ciclo vitale dell'insetto. Un altro aspetto da monitorare per comprendere gli effetti del cambiamento climatico è la distribuzione geografica delle cicale: se questi insetti sono tipicamente presenti nelle regioni calde e temperate del pianeta, la loro comparsa a nuove e più elevate latitudini (cioè l'espansione del loro areale verso nord) può essere indice di temperature che in quelle nuove aree di presenza si stanno facendo meno rigide. Infine, anche i nuovi "records" altimetrici di presenza delle cicale possono essere indice del clima che cambia: la presenza di cicale a quote non usuali può essere indice di un "innalzamento" della distribuzione altitudinale della specie. È ciò che è stato documentato dal Museo mercoledì 16 agosto 2023 durante un'uscita sul campo: il canto di Cicada orni a 1700 m sul Monte Baldo, in una zona dove tipicamente questa specie non era presente.

Cicadidae 2017 Koroni 08

Sputniktilt, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

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Monte Baldo, sito della segnalazione (foto FMCR). Clicca sull'audio per sentire le cicale.

Le cicale rivestono un tale interesse come indicatori biologici, cioè sono animali la cui presenza è sintomo di particolari caratteristiche ambientali, che è stato messo a punto a livello internazionale un metodo di campionamento comune a loro dedicato per valutare la loro presenza e la densità delle loro popolazioni.

Ecco quindi che sul finire di questa estate possiamo pensare ad un passatempo per l'estate prossima: quando siamo in montagna anche solo per diletto, orecchie ben attente e pronte a documentare eventuali canti di cicala in quota. Le nostre osservazioni, unite a quelle di altri ed elaborate da specialisti, potrebbero servire ad ottenere un quadro più dettagliato della distribuzione di questi importanti insetti.

Leggi anche - The periodical cicada four-year acceleration (more...) | Cicada-MET: an efficient ecological monitoring (more...)

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a cura di Filippo Maria Buzzetti, Sezione Zoologia Fondazione MCR

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