Musica, maestro! Il canto degli uccelli nelle fresche mattine di primavera

Musica, maestro! Il canto degli uccelli nelle fresche mattine di primavera

Gli animali comunicano tra loro in vari modi, in particolare si servono di parti del corpo per emettere onde sonore. In primavera, la mattina presto, tra i suoni più intensi possiamo riconoscere i canti degli uccelli, prodotti da un organo posto in fondo alla trachea, chiamato siringe, e utilizzati per marcare il territorio. 

Si legge in 3 minuti: il tempo di un caffé ristretto!

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La primavera sta arrivando: le giornate si allungano, le temperature si fanno più miti, le piante cominciano a germogliare, ma soprattutto... gli uccelli cominciano a cantare!

Come tutti gli altri animali gli uccelli comunicano tra loro, e lo fanno per svariati motivi: per riconoscersi come individui (genitori, figli, partner) o all'interno di una stessa comunità per impostare delle gerarchie, per intervenire nella predazione e nella difesa dai predatori, o per consentire il corteggiamento. La comunicazione avviene sia tra animali della stessa specie (intraspecifica), che tra animali appartenenti a specie diverse (interspecifica).

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In foto: pettirosso (Erithacus rubecula)

Gli animali comunicano tra loro emettendo onde sonore attraverso varie parti del corpo, ma in alcuni casi sfuggono al nostro udito. 

In ogni caso, per una comunicazione efficace, ci devono essere tre condizioni ben precise: un primo individuo emette l'informazione, questa viene trasmessa attraverso un mezzo (sia esso aria, acqua o sostanza solida), e un secondo individuo che possa riceverla ed elaborarla rispondendo (spesso) a sua volta. 

Nel mondo animale i suoni sono di vario tipo e di varia origine. Gli stessi mammiferi non emettono onde sonore solo mediante le corde vocali, in vari casi infatti provengono da altre parti del corpo, come ad esempio i rumori prodotti dai colpi di coda degli scoiattoli. A livello fisico gli animali sfruttano un'ampia gamma di onde sonore che non di rado escono dalla fascia del nostro udibile, compresa tra i 20 e i 20.000 hertz (anche se siamo decisamente più sensibili tra i 2.000 - 5.000 hertz), passando dall'infrasuono all'ultrasuono.

In molti casi la produzione sonora sfugge completamente non solo al nostro udito ma anche agli strumenti di registrazione usuali. Per questo sono necessari speciali microfoni

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Per modulare il loro intenso canto gli uccelli utilizzano un organo chiamato siringe, posto in fondo alla trachea. 

Negli uccelli, il linguaggio sonoro si basa su decine di note diverse e in sequenze continuamente mutevoli. In termini di intensità gli uccelli possono raggiungere un volume di 110 decibel (quasi come il suono di un clacson di auto!). L'organo utilizzato dagli uccelli per emettere questi suoni è la siringe, struttura cartilaginea posta in fondo alla trachea. La siringe, e talvolta alcune sacche circostanti, risuonano alle onde sonore prodotte dal passaggio forzato di aria attraverso delle membrane e il becco.

Alcune specie cantano le stesse note da centinaia di migliaia di anni, tramandando queste sequenze musicali di generazione in generazione. Questo processo di apprendimento per imitazione però ha portato a lenti ma inevitabili cambiamenti nel tempo, proprio come capita ai linguaggi umani, ed è alla base della nascita di dialetti e varianti locali.

Gli uccelli cantano soprattutto la mattina presto e in primavera, per marcare il territorio e per questioni pratiche. 

Il fatto che gli uccelli siano soliti cantare soprattutto la mattina presto e in primavera, deriva dalla loro necessità di marcare il territorio, inteso sia come nido o come più in generale lo spazio occupato dalla coppia. La scelta dell'orario è dettata invece dalla praticità: le temperature non troppo elevate diffondono meglio il suono, oltre al fatto che il resto della giornata è impiegato nella ricerca del cibo. Ciò vale soprattutto per gli uccelli insettivori i quali devono attendere che la temperatura si alzi un po' prima di poter cominciare a cacciare in modo efficace. 

In queste fresche mattinate proviamo allora ad ascoltare chi canta nei nostri giardini: fra i più tenaci cantori c'è sicuramente il merlo, con il suo canto molto articolato.

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Ma se facciamo attenzione potremmo riconoscere anche il fringuello o la capinera, e addirittura la velocissima cinciallegra.

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Oltre all'emissione di suono gli animali utilizzano altre forme di comunicazione. 

È importante ricordare che al linguaggio "sonoro" sono poi associate altre tipologie di comunicazione: quella chimica, quella visiva e quella tattile. Tra queste, la diffusione di segnali attraverso l'emissione di sostanze chimiche è la forma di comunicazione più diffusa e più antica tra gli animali, ma è anche la più difficile da recepire per l'uomo, essendo basata su un flusso di sostanze a bassa concentrazione, difficilmente percepibili dai nostri sensi

La comunicazione visiva si esprime invece attraverso i colori delle parti del corpo come la livrea del ramarro che diventa molto più evidente nel maschio durante la stagione riproduttiva, ma anche con gli atteggiamenti. Basti pensare alla danza delle api operaie in grado di trasformare un movimento in un "dato" vero e proprio, come direzione e distanza a cui si trovano fiori, nettare, polline e sorgenti d'acqua. Per quanto riguarda la comunicazione tattile, abbiamo moltissimi esempi nei mammiferi: le mamme felino leccano i loro piccoli, mentre i cani strofinano il muso sui cuccioli. 

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a cura di Federica Bertola, Sezione Zoologia Fondazione MCR

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