LO STRANO CASO DELLA FLORA FERROVIARIA
Sabato 25 e domenica 26 gennaio: un altro week-end per scoprire tutto ma proprio tutto sulla flora trentina
Tra le tantissime curiosità che il visitatore può approfondire con la visita alla mostra Ci vuole un fiore al Museo di Scienza e Archeologia della Fondazione Museo Civico di R in Borgo Santa Caterina, c’è LO STRANO CASO DELLA FLORA FERROVIARIA
Si può approfondire questo tema e tanti altri, con uno straordinario tour interattivo nel paesaggio vegetale trentino tra ieri, oggi e domani nella mostra, e in particolare con la visita guidata con l’esperto domenica 26 gennaio alle 16.00, compresa nel biglietto di ingresso
Sabato 25 ore 15, laboratori botanici creativi per bambini dai 6 ai 10 anni (sempre compreso nel prezzo del biglietto). Su prenotazione
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Chiunque, per professione o per diletto, debba viaggiare in treno e frequentare stazioni e ferrovie, può diventare un botanico per caso e osservate la straordinaria biodiversità vegetale che colonizza questi ambienti: con la presenza di massicciate sassose, l’esposizione a frequenti “concimazioni” e la facilità di trasporto involontario di semi, costituiscono, nonostante i periodici diserbi, un habitat estremo e singolare. La natura, in qualche modo, si è riappropriata di spazi sottratti dall’uomo, fino a formare delle nicchie biologiche per specie rare in altri ambienti, o a favorire l’insediamento di specie aliene, che arrivano “clandestinamente, viaggiando insieme a persone e merci. Alcune piante presto scompaiono, altre si insediano in modo discreto nelle stazioni, qualcuna può diventare invasiva.
Alcune specie si rinvengono in Trentino esclusivamente in ambiente ferroviario: è il caso ad esempio delle alloctone Amaranthus albus e Euphorbia davidii.
Però le stazioni possono essere delle oasi di sopravvivenza anche di specie autoctone, come ad esempio Eryngium campestre e Papaver argemone.
Fin dalla loro costruzione (la prima ferrovia è stata inaugurata in Trentino nel 1859) hanno attirato l’attenzione dei botanici: Josef Murr, all’inizio del 1900, rinvenne lungo la linea della Valsugana ben 100 taxa nuovi per l’allora Tirolo, e innumerevoli furono le specie sorprendenti trovate da Luigi Biasioni nello scalo di Trento nel primo dopoguerra.
Purtroppo, varie piccole stazioni sono ormai dismesse e la loro flora si sta banalizzando.
Info e prenotazioni allo 0464452800